Orientamento e formazione aziendale Roma - Gabriella Attimonelli
Gabriella Attimonelli psicologa e psicoterapeuta a Roma
Gabriella Attimonelli
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Orientamento e formazione aziendale

Lo stress e la valutazione stress lavoro correlato

Cos’è lo stress?

Lo stress è una reazione del nostro organismo di fronte agli eventi, difficoltà o prove che spesso ci troviamo a dover affrontare.
Siamo tutti sotto pressione e, sovraccaricati di obiettivi nel lavoro e nella vita privata, la tensione e l’ansia spesso è così alta che ad un certo momento si spezza l’equilibrio e la sicurezza personale minando la salute psico-fisica. Un grave errore oggi frequente, infatti, è  di sottovalutare che lo stress può farci ammalare anche seriamente.

La ricerca

Lo stress non è una malattia corporea, ma l’attivazione di un meccanismo preciso corpo-mente che può essere fermato.
Da una ricerca scientifica condotta dal Prof. Popolizio nel 2000 su 900 lavoratori, risulta che la presenza di stress o di disturbi psicosomatici sull’individuo inibiscono le potenzialità umane e sociali, “imbrigliando” la mente. Oggigiorno, nonostante se ne senta molto parlare, c’è una bassa consapevolezza delllo stress e soprattutto delle conseguenze che esso può provocare.

Perché combattere lo stress?

Perché lo stress è nocivo alla nostra salute.
Data la forte relazione di causa tra stress e salute, diventa fondamentale imparare a gestirlo preservando le proprie risorse, evitando così di trasformare ogni situazione in uno stimolo altamente stressante per non compromettere quella meravigliosa e perfetta macchina quale è il corpo umano.

Quanti tipi di stress esistono?

1. Lo Stress da lavoro: da troppo lavoro, da insoddisfazione e non autorealizzazione, da obiettivi irrangiungibili.
2. Lo Stress nella vita privata: da conflittualità costante o non appagamento nella coppia, nella famiglia, nella vita personale e sociale.

Lo stress nel lavoro: Ora non si guastano le macchine ma le persone.
Lo stress sul lavoro può verificarsi in ogni settore e può colpire chiunque e a qualsiasi livel- lo. Il posto di lavoro dovrebbe essere un posto amichevole dal momento che la maggior parte della nostra vita viene dedicata all’attività lavorativa: purtroppo non sempre è così. Il luogo di lavoro non è costituito solo da mobili e Pc: esiste tutto un delicato sistema di rela- zioni fatto di persone che quotidianamente si confrontano, si misurano tra loro, si odiano e si affezionano. Anche la globalizzazione economica ha dato luogo a mutamenti importanti nella natura del lavoro ed intensificato la pressione esercitata sui lavoratori. Nell’Unione Europea, lo stress è il secondo problema di salute più comune nel mondo del lavoro, che colpisce quasi un lavoratore su tre. Soffrono di stress da lavoro 9 milioni di italiani. Il costo sociale è in Europa di 40 milioni lavoratori colpiti da stress sul lavoro malattie gastrointestinali, cardiache, nervose con ansia e depressione con perdita di 30 milioni l’anno.

Lo stress nella vita privata: Nella coppia, nella famiglia, nel personale
La società moderna produce nell’uomo uno stato continuo di malessere perchè sono venuti a mancare tutti i punti fermi di cui egli ha indi- spensabile bisogno: La coppia non dura,la fami- glia non è più un luogo di benessere affettivo ma è piena di conflitti e tensioni, nella sua vita per- sonale l’autorealizzazione è divenuta molto difficile da raggiungere. Questo stato di malessere gli procura uno stress in continuo aumemto c nascita di nuove malattie fisiche e psichiche c compromettono la qualità della sua vita.

Cosa fare?

Sfruttare lo stress positivo

Lo stress non è sempre negativo!
Esiste infatti anche lo stress positivo, ed è indispensabile alla nostra riuscita quando mette in funzione tutte le nostre energie positive per raggiungere un obiettivo importante, un esame, una gara sportiva.
Lo stress diventa negativo quando siamo troppo sotto pressione psicofisica da troppo tempo sottovalutando il suo effetto nocivo:  a lungo andare infatti, esso rompe il nostro equilibrio scaricando l’ansia conseguente sul corpo, su un preciso “organo bersaglio”.
Non tutto lo stress viene quindi per nuocere. I ricercatori parlano di un livello minimo e gestibile di stress, che ci aiuta a dare energia alle nostre azioni, ci motiva e e ci aiuta a realizzare i nostri progetti. Ma come fare per evitare che lo stress aumenti in modo eccessivo nel nostro ambiente di lavoro e nella nostra vita? Da alcuni anni soprattutto nell’ambito medico si è provata la validità scientifica delle tecniche di gestione dell’ansia per il controllo dello  stress. L’applicazione delle tecniche di attenzione al corpo e alle sue reazioni ha dato vita a numerosi programmi che negli ultimi dieci anni hanno provato la loro efficacia in ogni campo di vita. In altre parole “potenziarsi contro lo stress”.

VALUTAZIONE OBBLIGATORIA RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO

Dal 1° gennaio 2011, secondo quanto stabilito dell’art. 28 D.lgs 81/2008, le aziende avranno l’obbligo di provvedere alla valutazione della presenza di fattori di rischio di stress lavoro correlato. Tale attività dovrà essere riportata nel Documento di Valutazione dei Rischi, con la presumibile data di fine valutazione.

Successivamente alla valutazione, si sceglieranno, dove necessario, le misure per eliminare o ridurre gli eventuali fattori di rischio da stress.

Il programma di valutazione dovrà considerare almeno i seguenti passi :

  1. Prima fase: valutazione oggettiva dell’organizzazione al fine di identificare eventuali indicatori di fattori stressogeni determinati dal contesto di lavoro (dall’organizzazione del lavoro) e dal tipo di attività svolta (contenuto del lavoro).
  2. Seconda fase: valutazione soggettiva, se dalla prima fase emergono fattori stressogeni, dovrà essere scelto un campione rappresentativo di operatori, e sarà somministrato un questionario validato scientificamente, per quantificare se e come, i fattori stressogeni sono percepiti dai lavoratori.

PROPOSTA DI METODO PER VALUTARE LO STRESS LAVORO-CORRELATO

Quando si parla di valutazione del rischio stress lavoro correlato, occorre valutare gli indicatori di rischio generico, le manifestazioni comportamentali riconducibili a stress e le risorse individuali e sociali di coping, messe sostenute e messe a disposizione dei lavoratori. Il 16 maggio 2009, sono entrate in vigore le disposizioni relative alla valutazione dello stress lavoro correlato (art. 28, comma 1, del Decreto legislativo 81/2008).

Un contributo importante proviene dal Coordinamento Spisal che ha riunito i servizi Spisal delle Aziende U.L.S.S. 20, 21 e 22 della Regione Veneto, producendo la seguente Proposta di metodo per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato.

Dopo aver indicato che “lo scopo della valutazione del rischio stress lavoro correlato è quello di guidare e sostenere datori di lavoro e lavoratori nella riduzione del rischio attraverso l’analisi degli indicatori oggettivi aziendali e l’eventuale rilevazione delle condizioni di stress percepito dai lavoratori”, si propone un metodo di valutazione con “valore di indicazione minima per le aziende, con particolare riferimento alle piccole e medie”.

In particolare il metodo si articola in tre fasi principali.

La prima fase consiste nella valutazione degli indicatori oggettivi di stress al lavoro.

Questa fase prevede la compilazione di una Check List che “identifica la condizione di rischio basso–medio–alto” relativamente a:

  • area indicatori aziendali (10 indicatori);
  • area contesto del lavoro (6 aree di indicatori);
  • area contenuto del lavoro (4 aree di indicatori).

La seconda fase consiste nell’identificazione della condizione di rischio (basso, medio, alto) e nella pianificazione delle azioni di miglioramento.

In particolare per ogni livello di rischio sono indicate le modalità di azione.

  • Rischio basso (STRESS<=25%): L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro, si consiglia di monitorare l’organizzazione ogni due anni (in assenza di cambiamenti organizzativi). Per ogni eventuale condizione identificata in zona di rischio medio, è comunque consigliabile adottare le azioni di miglioramento evidenziate.
  • Rischio medio (25%<STRESS<=50%): in cui l’analisi degli indicatori evidenzia la presenza di condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress lavoro correlato, si consiglia di attuare una politica di prevenzione per lo stress al lavoro e di coinvolgere attivamente il medico competente ed i preposti, con un monitoraggio annuale degli indicatori.
  • Rischio alto (STRESS>50%): in cui l’analisi degli indicatori evidenzia la presenza di condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress lavoro correlato è necessario effettuare una valutazione della percezione dello stress dei lavoratori, coinvolgendo il medico competente o altre figure specializzate con un monitoraggio delle condizioni di stress e dell’efficacia delle azioni di miglioramento.

La terza – obbligatoria solo in caso di rischio alto – consiste nella valutazione della percezione soggettiva dello stress lavoro correlato, attraverso compilazione di questionari di percezione, analizzati in modo aggregato.

In questa fase si deve scegliere:

  • il questionario;
  • la modalità di rilevazione che garantisca a tutti i lavoratori l’informazione, la partecipazione e l’anonimato;
  • la modalità di analisi dei risultati per aggregazioni di interesse aziendale;
  • la pianificazione delle azioni di miglioramento.

Strumenti utilizzati

questionari soggettivi non hanno la funzione di identificare il soggetto con il problema, ma di consentire la rilevazione anonima delle percezioni dei lavoratori che, aggregate per area/reparto, contribuiscono ad identificare le condizioni su cui intervenire per eliminare, ridurre e gestire la condizione di stress al lavoro”.

I questionari maggiormente riconosciuti ed adottati, sono:

  • “JCQ – Job Content Questionnaire (Karasek 1985);
  • QUESTIONARIO ISPESL “Le persone ed il lavoro” (Fattorini 2002);
  • PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983) ;
  • OSI – Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988);
  • JSQ – Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH) ;
  • OSQ – Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992);
  • JSS – Job Stress Survey (Spielberg 1994);
  • OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005);
  • M_DQ10 – Organizational Questionnaire 10 (D’Amato, Majer 2005);
  • Benessere organizzativo – Magellano PA (Avallone 2004);
  • (Q-Bo) – Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del benessere organizzativo (De Carlo 2008)”.

Riguardo alle misure di prevenzione il documento indica che “la prevenzione, l’eliminazione o la riduzione dei problemi di stress lavoro correlato può comportare l’adozione di misure che possono essere collettive, individuali o di entrambi i tipi ed introdotte sottoforma di specifiche misure mirate a fattori di stress individuati”.

E gli interventi per la riduzione dei rischi, programmati con la valutazione degli indicatori oggettivi, si integrano quindi con le misure derivanti dalla valutazione degli indicatori soggettivi.

FONTE : ASL20 – Verona

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